Il cancro alla prostata è una sfida che coinvolge sempre più uomini in tutto il mondo. Ma cosa succede quando il cancro si diffonde oltre i confini della prostata? E soprattutto, quale è la terapia migliore per affrontarlo?
La scelta di una prima linea di trattamento sistemico risulta sempre un momento cruciale, per il paziente e per l’oncologo. Chemioterapia (Docetaxel) e agenti mirati all’asse dei recettori degli androgeni (ARAT) hanno entrambi dimostrato di migliorare la sopravvivenza quando utilizzati in combinazione con la terapia di deprivazione degli androgeni (ADT), rispetto ad ADT esclusiva. Ma quale opzione terapeutica è la migliore?
Uno studio recente ha analizzato attentamente i dati di studi clinici quali GETUG-AFU15, CHAARTED, STAMPEDE, LATITUDE, ENZAMET e TITAN, per cercare di rispondere a questa domanda. I ricercatori hanno esaminato i tassi di sopravvivenza e calcolato il rischio relativo di morte nei pazienti trattati con terapia di prima linea.
Gli uomini con cancro alla prostata metastatico che ricevono terapie ARAT come prima linea hanno mostrato un miglioramento significativo nella sopravvivenza rispetto a quelli trattati con Docetaxel.
L’analisi dimostra che le terapie a base di ARAT rappresentano una scelta corretta per migliorare la sopravvivenza in questo gruppo di pazienti. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi clinici per confermare quale strategia terapeutica sia la migliore e si conferma l’importanza di personalizzare la scelta terapeutica in relazione al singolo paziente e alle sue caratteristiche.
L’articolo originale è disponibile a:https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33316417/
Verde A.